martedì 16 dicembre 2014

Perché ho detto sì a "Basta compiti"

Ho conosciuto Maurizio Parodi la scorsa estate, leggendo il suo "Basta compiti! Non è così che si impara". Una lettura folgorante, che ha dato voce a un disagio che provavo da tempo: è da tanto, infatti, che mi sento in difficoltà nel dare compiti per casa, in particolare nel dare compiti per le vacanze. La parola "vacanza" deriva dal latino vacare, ossia essere vuoto, libero, senza occupazioni. Perciò - pensavo - se vacanza dev'essere, a che scopo dare del lavoro ai miei alunni? 


Era dunque da sempre mia abitudine non dare affatto compiti per le vacanze o per il lunedì. Non pensavo però che potessero esserci così tante persone a pensarla come me! In fondo, tutti noi abbiamo fatto decine e decine di compiti durante la nostra vita scolastica e alla fine siamo sopravvissuti! Questo è ciò che più spesso mi sento dire quando illustro a qualcuno la battaglia che sto portando avanti, capitanata proprio da Maurizio Parodi, affinché la pratica obsoleta, inutile e dannosa dei compiti a casa venga abolita. 
E' vero, siamo sopravvissuti. Ma quante delle cose che ci sono utili oggi le abbiamo imparate a scuola, grazie ai compiti? Quante abilità abbiamo affinato grazie ai compiti? Ben poche, temo. 
Quanti di noi, poi, hanno un ottimo ricordo dei giorni passati a scuola? Sì, probabilmente ricordiamo con piacere le risate e le chiacchiere coi compagni di classe, le gite e le uscite didattiche. Ma quanti ricordano un lavoro interessante o lezioni dalle quali era difficile separarsi? Anche qui credo che la risposta sia "ben pochi".   
Queste due risposte meritano dunque una riflessione: la scuola, così come l'abbiamo vissuta e come continua ad essere impostata, non va. Abbiamo il dovere di cambiarla! Capisco che le tradizioni ci diano sicurezza: molti sono portati a pensare "si è sempre fatto così, un motivo ci sarà, perché cambiare?". Eppure, a ben guardare, motivi per cambiare ce ne sarebbero molti.


1) Non si capisce come sia possibile non riuscire a far lavorare i bambini in diverse ore che passano a scuola. In particolare è inconcepibile che i bambini frequentanti il tempo pieno debbano tornare a casa alle 4 e rimettersi a lavorare. Ma con quale testa si può pensare che si mettano all'opera? Anche noi grandi, dopo aver lavorato dalle 8 alle 16, vorremmo solo STACCARE una volta tornati a casa. E perché questo non dovrebbe valere anche per i più piccoli, che sicuramente hanno meno resistenza alla fatica degli adulti?

2) Negli ultimi anni si sta assistendo sempre di più al manifestarsi di cosiddette patologie, come l'ADHD. Fino a vent'anni fa, alcuni bambini sarebbero stati etichettati semplicemente come molto vivaci. Oggi no. Oggi sono dei malati, così come hanno qualcosa che non va quelli che hanno una brutta grafia o non riescono a fare calcoli come un computer. Non nego che qualcuno possa avere effettivamente delle difficoltà e per questo vada aiutato, ma da lì a creare un esercito di malati e di disagiati ce ne passa. Perché oggi tanti bambini scalpitano sulla sedia, parlano a voce alta, in poche parole sono ingestibili? Perché la scuola somiglia sempre più ad una galera! Non si può uscire in cortile perché se qualcuno si fa male sono guai, non si possono mettere i banchi in maniera diversa dallo standard, perché se scoppia un incendio sono guai...insomma, bisogna solo stare al palo per sei ore e anche più, zitti e mosca! Ma come si può pensare di arrestare l'energia dei bambini per così tanto tempo? Io stessa, quando per due o tre ore sono seduta nei loro banchetti per qualche riunione pomeridiana, dopo un po' comincio a scalpitare! E quando si è in uno stato di sofferenza fisica, non si impara un bel niente, c'è poco da fare! 

3) Oggi i programmi di ogni materia sono sterminati. In un singolo anno scolastico si vogliono affrontare una miriade di argomenti, ma se si vogliono davvero capire a fondo certi processi, non si può andare di corsa! E poi, a cosa serve trattare decine e decine di argomenti quando poi manca la capacità critica, manca la logica, manca la capacità di risolvere i problemi che ci si parano davanti? I compiti a casa vengono dati anche per questo, in particolare nelle materie più discorsive come la storia o la geografia: per poter finire il programma, si assegnano diverse pagine che i ragazzi dovranno studiare da soli. Ma è chiaro a tutti che uno studio di questo tipo lascia il tempo che trova (ossia il tempo dell'interrogazione): si memorizza col solo scopo di prendere un buon voto, ma poi della Rivoluzione francese o del ciclo dell'acqua non resta niente.

4) La scuola ormai è diventata un "votificio". L'unica preoccupazione degli insegnanti è mettere voti, fare verifiche, fare interrogazioni. Ci si ingegna solo a trovare griglie di valutazione per cercare di giudicare al centesimo le performance dei ragazzi, neanche fossero centometristi da beccare al fotofinish. Aumentano i casi di ansia da prestazione, di malattie psicosomatiche, di stress fra i più piccoli. I rapporti tra bambini e genitori sono incrinati proprio per questioni scolastiche. Quanto si starebbe meglio se tutta questa corsa al voto fosse abolita! I bambini sarebbero finalmente liberi dall'ansia di dover ingurgitare nozioni solo per "rivomitarle" all'insegnante e potrebbero allora imparare davvero per il piacere di imparare! Per "misurare" i loro progressi ci potrebbero essere molte altre modalità...Oggi poi il web ci viene incontro su queste problematiche, io stessa ho sperimentato con successo alcune app per la valutazione.

Queste sono solo alcune delle riflessioni che mi hanno portato a dire sì alla campagna "Basta compiti" e ad impegnarmi perché questo pensiero, che tiene conto dei sogni e dei bisogni dei bambini e degli adolescenti, si diffonda sempre di più, dando vita ad un nuovo modo di fare scuola.

Se anche voi che leggete il mio blog la pensate come me, ecco cosa fare:


A) iscrivetevi al gruppo Facebook "Basta compiti";

B) firmate la petizione;

C) diffondete il più possibile la lettera e la circolare ministeriale, che trovate alla sezione File del gruppo FB, in cui è spiegato per filo e per segno perché dire basta ai compiti per casa;

D) leggete con attenzione i materiali raccolti nel blog di Basta compiti.

E ricordate la frase di Shepard che io ho suggerito a Maurizio come nostro slogan: 
"L'innovazione necessita di buone idee, di un gruppo di amici, di spirito di iniziativa"!

domenica 23 novembre 2014

I giorni dell'homeschooling: la mostra di Escher

Qualche weekend fa siamo andati a visitare la mostra di Escher al Chiostro del Bramante. Era da tempo che meditavo di farlo, volevo assolutamente portarci i Birbi, perché al Chiostro in genere vengono ospitate mostre non troppo grandi (dunque fruibili facilmente dai bimbi) e soprattutto perché ero sicura che le opere di Escher avrebbero catturato l'attenzione dei miei piccoli. 


Ma chi era Escher? Un artista poliedrico, nato in Olanda sul finire del XIX sec. e vissuto per molto tempo in Italia, in particolare a Roma, dove abitò nel quartiere di Monteverde Vecchio (la stanza che si vede alle sue spalle nel disegno qui sopra è proprio quella di Monteverde).

 I suoi fantasiosi disegni forse oggi sono facilmente ideabili grazie alle nuove tecnologie, ma all'epoca di Escher erano assolutamente un'innovazione. A guardarli si resta incantati e in effetti anche i Birbi hanno apprezzato molto la mostra. In particolare la piccola Birba è rimasta affascinata da questo disegno 




La mostra è allestita in maniera davvero eccellente: ci sono percorsi per bambini, audioguide apposta per loro e piccoli giochi che spiegano le regole matematiche di cui si serviva Escher per realizzare le sue opere. 

I giorni dell'homeschooling: Civita di Bagnoregio

I Birbi stanno crescendo e ogni fine settimana cerchiamo di fare delle attività interessanti per stimolare la loro curiosità. Ieri siamo andati a visitare Civita di Bagnoregio, in provincia di Viterbo, famosa per essere "la città che muore", a causa di lenti franamenti delle pareti di tufo, che poggiano su uno strato argilloso, su cui è costruita.

 Civita nel 1874
 Civita nel 2000


La città sovrasta la suggestiva Valle dei calanchi, che sono piccoli bacini delimitati da creste e pinnacoli creati dall'azione dilavante della pioggia sull'argilla. Sembra di essere in una sorta di canyon!




La città ha origini antichissime: abitata inizialmente dagli Etruschi, assunse il nome di Balneum regis dopo che il re longobardo Desiderio andò lì a curare i suoi malanni con le acque termali. Bagnoregio è famosa anche per aver dato i natali a s. Bonaventura, uno dei biografi di San Francesco: da piccolo Giovanni Fidanza (vero nome di san Bonaventura) era stato guarito da una brutta malattia proprio dal santo di Assisi, il quale, separandosi da lui dopo l'avvenuta guarigione, gli disse "Bona ventura", ossia "Buona fortuna, buona vita futura". Per questo poi, una volta fattosi frate francescano, volle assumere il nome di Bonaventura, che ancora oggi è un nome molto diffuso fra gli abitanti di Bagnoregio. 

Coi Birbi siamo andati a visitare il Museo geologico e delle frane: il territorio di Bagnoregio è infatti caratterizzato da argille sabbiose di origine marina del Pleistocene, ricoperte da depositi vulcanici del vicino distretto vulcanico vulsino. 



Ci sono pannelli esplicativi che raccontano la storia di queste terre.




Schermi che illustrano la storia della Terra dalla sua nascita ai giorni nostri.




In queste teche sono racchiusi rocce e fossili risalenti a molti, molti anni fa! I Birbi ne sono rimasti affascinati!

Sicuramente Bagnoregio è una meta in cui tornare quando i miei bimbi saranno più grandi e affronteranno a scuola queste tematiche! A me la gita è servita molto, oltre che a mangiare buonissimi piatti a base di funghi e tartufo, a raccogliere informazioni per parlare ai miei alunni della tettonica delle placche e dell'erosione delle montagne.


martedì 7 ottobre 2014

Menù settimanali per bimbi veg

Cosa preparare da mangiare ai veg-cuccioli? I ritmi frenetici a cui viaggiamo spesso ci impediscono di dedicarci come vorremmo alla preparazione dei pasti. Inoltre, a volte è difficile trovare pietanze veg che siano semplici da preparare e gradite ai palati dei piccoli. Nel sito Crescibio, si possono trovare menù per tutta la settimana, come questo autunnale, che vi aiuteranno ad organizzare dei pasti completi e bilanciati per i piccoli e anche per voi. 
Avere un menù già stilato conviene anche perché si possono comprare a inizio settimana solo le cose di cui si ha realmente bisogno. Inoltre qualcosa si può preparare con un po' di anticipo, sapendo già dal lunedì cosa bisognerà cucinare nei giorni successivi.
Buon appetito!

Prodotti vegan: il Sojasun Bifidus

Moltissime persone sono ormai intolleranti o allergiche al latte vaccino. Che questo non sia un alimento salutare per il nostro organismo, è ormai un dato di fatto. Peccato che molti nutrizionisti continuino a propinarlo in tutte le salse, millantandone l'ottimo apporto di calcio e altri sali minerali. In realtà, è vero il contrario: il nostro corpo, per poter assimilare le proteine animali, fortemente acidificanti, sottraggono alle ossa il calcio. Per cui assumendo latte, si perde più calcio di quanto non se ne prenda! Non è un caso, infatti, che nel mondo le popolazioni che assumono più latte e latticini siano anche quelle che soffrono di più di osteoporosi, mentre in zone in cui il latte vaccino non si beve (ad esempio l'India), questa malattia abbia un'incidenza molto, molto più bassa.

E' difficile però rinunciare a un cappuccino, ad uno yogurt, ad una pizza con la mozzarella, me ne rendo conto. Purtroppo bar e ristoranti non sono ancora attrezzati adeguatamente per far fronte alle richieste di persone che rifiutano di assumere latte e latticini. Il mio consiglio? Almeno cercare di evitare questi alimenti il più possibile. Quando si è a casa o se ci porta al lavoro uno spuntino o il pranzo, scegliere sostituti del latte vaccino, a base di latte di soia, di riso o altri vegetali.

Vorrei scrivere alcuni post dedicati a buoni prodotti che io personalmente ho provato e che non faranno assolutamente rimpiangere latte, yogurt & co. fatti con il latte di qualche dolce mucchetta! Oggi comincio con il consigliarvi un ottimo dessert di soia, abbordabile nel prezzo e facilmente reperibile in tutti i supermercati; il Sojasun. Ne ho assaggiati diversi gusti, ma uno veramente delizioso è quello con la polpa di limone. Ha la stessa consistenza della crema di yogurt Muller, è arricchito con calcio e fermenti lattici. Ha un gusto delicato e per nulla aspro, che piacerà anche ai bimbi!

martedì 16 settembre 2014

Letture estive per educare alla libertà

Le vacanze sono finite e proprio ieri è ricominciata la scuola. Questa estate è stata ricca di esperienze per noi Birbanti: siamo stati sia al mare che in montagna e lo stare così tanto a contatto con la natura, vivendo all'aria aperta in totale libertà, fuori dagli schemi e dagli orari, ha fatto un gran bene ai miei piccoli! Questo mi ha fatto riflettere sulla necessità di una vita in cui la libertà e la natura siano delle priorità irrinunciabili. Inoltre questi mesi di vacanza mi sono serviti per fare delle interessanti letture, che hanno rivoluzionato totalmente e messo in crisi il mio modo di essere mamma e insegnante.

Il primo di questi libri - di cui vi consiglio vivamente la lettura - è Homeschooling di Erika di Martino, una mamma di 4 bambini che non vanno a scuola e che hanno deciso di mettersi in gioco in prima persona per costruire il loro bagaglio culturale. 

 

La realtà dell'homeschooling è per lo più sconosciuta in Italia (anche se il numero degli homeschoolers è in costante aumento), eppure dall'indagine di Erika emerge l'assoluta validità di questa scelta. Una scelta senz'altro impegnativa e coraggiosa, ma che dà la possibilità di essere davvero attori del proprio sapere, e non più semplici spettatori, come ormai troppo spesso succede nelle nostre scuole. Il libro mi ha fatto riflettere sulle metodologie ormai stantie che sono in uso a scuola: il motto "si è sempre fatto così, perché cambiare?" lo odio nella vita in generale, ma tollerarlo nel proprio lavoro è ancora più deprimente. Non credo che i miei figli - almeno nell'immediato - diventeranno degli homeschoolers, ma sono convinta che un approccio più attivo alla conoscenza e una presenza più costante e stimolante dei genitori nell'apprendimento dei figli siano senz'altro qualcosa di positivo. Se volete sapere di più sull'homeschooling (o educazione parentale), visitate il sito Controscuola, gestito dalla stessa autrice del libro.

Il secondo libro che mi ha aperto davvero la mente è Basta compiti! di Maurizio Parodi, un preside dalle idee rivoluzionarie che in questo saggio spiega come mai la maggior parte delle volte i compiti a casa siano totalmente inutili e controproducenti. Sono molto d'accordo - ed ho potuto sperimentarlo di persona - che spesso chi è più svantaggiato socialmente ed è meno seguito a casa (per cui svolge poco e male i compiti), è più penalizzato a scuola, quando invece dovrebbe essere più aiutato e incoraggiato. Scegliere di andare controcorrente richiede una buona dose di autostima e di empatia, ma il percorso di decrescita intrapreso negli ultimi anni, a mio parere, comprende anche questo!  


Ritengo che questi due libri non dovrebbero mancare nella biblioteca di ogni insegnante che si rispetti, perché è importante mettersi sempre in discussione, percorrere percorsi nuovi, soprattutto quando è tangibile la sensazione di disagio dentro di noi nel procrastinare certe cattive abitudini: io, per esempio, da molto tempo mi sento davvero male e mi annoio nell'interrogare e nel propinare compiti in classe, avverto la noia e il disagio dei ragazzi costretti a fare cose spesso davvero inutili (ma perché sezionare un testo letterario in sequenze? Perché non leggerlo e basta e parlare delle emozioni e delle riflessioni che ci suscita?). Ma soprattutto sono avvilita quando devo mettere un brutto voto a un ragazzo che non ha studiato e di cui scorgo le evidenti difficoltà a tenersi al passo con gli altri. 

Non vedo l'ora di sperimentare nuove strade per appassionare i miei alunni alla conoscenza e per sentirmi anch'io sempre più felice del mio lavoro! Perché, come sostiene Erika Di Martino, è la felicità la molla che veramente ci guida nella vita verso la piena realizzazione di se stessi. Quando si è felici, si impara davvero! 

giovedì 5 giugno 2014

Un consiglio per la giornata mondiale dell'Ambiente 2014!

Oggi è la giornata mondiale dell'ambiente (World Environment Day, cliccate qui per saperne di più). Ma da bravi downshifters noi non ci ricordiamo di voler bene alla Terra solo un giorno all'anno, giusto? Cosa possiamo fare ogni giorno per preservare il nostro splendido pianeta dall'inquinamento, dal degrado e dalla distruzione? In rete potete trovare tanti suggerimenti (ad esempio questi dei cari amici di Greenme), questo stesso blog è nato per raccontarvi la mia vita green...


Ma personalmente, il suggerimento che vorrei darvi oggi è questo: compriamo sempre prodotti di stagione. Un recente dossier della Coldiretti ha stabilito quanto inquinamento produca il trasporto da un continente all'altro di prodotti fuori stagione. Ad esempio, se in pieno inverno ci viene voglia di mangiare meloni o cocomeri, questi dovranno necessariamente arrivare dall'altra parte del mondo, trasportati su aerei che - quanto a inquinamento - hanno pochi rivali. Non sarebbe meglio allora mangiare solo quello che la Natura offre alle nostre latitudini in quel preciso momento dell'anno? A questo indirizzo potete scaricare un simpatico calendario della stagionalità, per conoscere in quali mesi è possibile mangiare la frutta e la verdura che preferite.

Invece di acquistare le cosine verdi al supermercato, andate in qualche bel mercato contadino (quello dei Castelli romani è il mio preferito, se siete di Roma e dintorni andate a conoscere tutti i loro appuntamenti sulla pagina Facebook). Lì i produttori vi venderanno direttamente le cose che coltivano sul territorio, senza stare a scomodare le ciliegie cilene, i mirtilli argentini, gli asparagi peruviani, le noci californiane, le more messicane, i cocomeri brasiliani, i melograni israeliani, le rose ecuadoregne, i fagiolini egiziani (questi pare siano i 10 prodotti più impattanti).



Buonissima giornata dell'Ambiente a tutt*!!